collo dell'utero accorciato

Collo dell’utero accorciato, la mia esperienza

Ritrovarsi con il collo dell’utero accorciato a inizio/metà gravidanza è una vera e propria doccia fredda, che trasforma la magica e felice dolce attesa in un vero e proprio conto alla rovescia.

Se infatti a fine gravidanza un collo dell’utero accorciato è del tutto normale, perché significa che tutto si sta evolvendo in modo fisiologico e ci si prepara con serenità al parto; una cervice accorciata a metà gravidanza è molto pericolosa è può essere un campanello d’allarme per un parto pretermine.

Collo dell’utero accorciato a metà gravidanza

Cosa si intende esattamente per collo dell’utero accorciato? Considerando che il collo dell’utero inizia ad accorciarsi quando si avvicina l’inizio del travaglio, averlo corto a inizio o metà gravidanza significa essere esposte ad un altissimo rischio di parto pretermine.

Un parto pretermine non è affatto semplice da affrontare né per la mamma né per il bambino che si troverebbe a nascere troppo presto con dei rischi altissimi per la sua salute. Un conto infatti, è ritrovarsi con la cervice accorciata a 37 settimane e quindi iniziare a pensare a un possibile parto anticipato di qualche settimana e un conto è ritrovarsi con il collo dell’utero accorciato a metà gravidanza, quando il bambino non è ancora pronto per sopravvivere in autonomia.

Accorciamento collo dell’utero, i miei sintomi

I sintomi del collo dell’utero accorciato sono dolori al basso ventre o perdite ematiche; ma è possibile anche non avere alcun sintomo. Personalmente non ho avuto alcun tipo di sintomo, ma l’ho scoperto durante l’ecografia mensile dal ginecologo e ho continuato a non avere sintomi neanche nelle settimane successive, anche se il mio collo dell’utero purtroppo continuava ad accorciarsi!

Se inizialmente avevo pensato di non essermene resa conto e magari non aver dato peso a qualche doloretto (considerando che ero alle prese con l’altra bimba all’epoca duenne), nelle settimane successive essendo a riposo assoluto ho potuto constatare con certezza di non avere dolori se non nella settimana/10 giorni precedenti il parto.

Collo dell’utero accorciato a 28 settimane

La mia esperienza inizia il 6 Aprile 2020 quando in piena pandemia Covid mi reco a fare il controllo mensile dal ginecologo e mi viene comunicato che ho il collo dell’utero accorciato a 27 mm; ero alla ventesima settimana di gravidanza, davvero troppo presto per un eventuale parto prematuro, per cui mi viene prescritto riposo assoluto, progesterone, magnesio e iniezioni di cortisone in dosi assurde per favorire lo sviluppo dei polmoni della piccola. Unico obiettivo arrivare a 27 settimane.

Mancavano esattamente 7 settimane al mio traguardo e quei giorni diventarono infiniti, nulla aveva più senso se non lo scoccare della mezzanotte che rappresentava l’inizio di un nuovo giorno. La preoccupazione, i pianti, la sola volontà di non pensare troppo alla mia bimba perché poteva succedere il peggio da un momento all’altro.

Le 7 settimane in un modo o nell’altro passarono ed io felice di essere arrivata a 27 settimane, ma ancora preoccupata mi recai al solito controllo e ne uscii con un altro obiettivo: 32 settimane.
Cosa saranno mai 5 settimane se ne hai appena fatte 7? Peccato che quelle 5 aggiunte alle precedenti 7 diventavano 12 settimane di allettamento:.

  • 12 settimane senza alzarmi dal letto neanche per mangiare,
  • 12 settimane senza mettere il naso fuori dalla porta,
  • 12 settimane senza prendere in braccio la mia prima bimba di 2 anni e senza fare con lei una passeggiata o qualsiasi altra attività al di fuori del lettone.

Lo sconforto è stato davvero tanto, ma anche in questo caso il riposo assoluto è stata un’ottima cura e le 32 settimane arrivarono, ma neanche questa volta uscii dallo studio del ginecologo con una buona notizia.

“Devi continuare il riposo, cerca di non sederti neanche per mangiare, mangia distesa” mi disse dopo avermi confermato che la cura andava continuata e che le iniezioni di cortisone andavano ripetute al più presto.

L’obiettivo questa volta erano le 37 settimane e per me significava altre 5 settimane distesa a letto.

Collo dell’utero accorciato a 37 settimane

Fortunatamente a 37 settimane ci sono arrivata, e proprio a 37 settimane che corro al pronto soccorso con dei dolori forti pensando di dover aumentare la cura e invece vengo di corsa portata in sala operatoria per un cesareo d’urgenza. La mia bimba nasce sana come un pesce e anche se un po’ piccolina di peso, riesce a recuperare tutto in poche settimane.

Niente TIN, niente ospedale senza la mamma, nessuna complicanza, solo una grandissima Vittoria!!!

A 37 settimane infatti, anche se il parto viene anticipato di 3 settimane, ci sono ottime possibilità per il bambino di essere autonomo fin da subito, proprio come è capitato alla mia piccola. Ecco perché a fine gravidanza i rischi si riducono e un eventuale parto pretermine è sicuramente meno rischioso!

Consigli

Non è questo il modo in cui andrebbe vissuta una gravidanza, ma con magia e felicità. Se ho deciso di raccontare la mia storia è perché una cosa in questi lunghi mesi a letto l’ho capita…non ne vale la pena viverla così male come l’ho vissuta io, non ne vale la pena di trascorrere le giornate a piangere.
La preoccupazione è normale ma tutti i periodi anche quelli più difficili hanno un inizio e una fine, basta semplicemente pazientare e aspettare di rialzarsi ancora più forti.

Perciò a tutte le mamme che si trovano nella mia situazione e che oggi leggono questo mio racconto dal letto, dico FORZA, dedicatevi ai vostri hobby, guardate qualche serie tv e soprattutto parlate con i vostri piccoli in pancia che stanno combattendo proprio come voi.

Partendo dal presupposto che ogni gravidanza è a se e che bisogna affidarsi ad un ginecologo di fiducia, seguire alla lettera la cura che viene prescritta e ogni tipo di raccomandazione, oggi vi ho raccontato la mia storia a lieto fine, semplicemente perché quando a 20 settimane mi è stato comunicato che avevo il collo dell’utero accorciato, la prima cosa che ho fatto è stata quella di fare delle ricerche in rete non tanto per capire di cosa si trattava (per quello c’è il ginecologo che risponde con esattezza a tutte le domande e a tutti i dubbi) quanto piuttosto per cercare delle storie a lieto fine e leggere che qualcuna era riuscita ad arrivare a fine gravidanza.

 

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